2005-11-24
torino, martedì sera. fa freddo, al punto che credo che la stessa luce si potrebbe fermare e cadere a terra in un blocco di ghiaccio. questa luce, così calda per contrappasso, che colpisce le dure superfici di pietra di via Garibaldi. intorno a me poche persone calpestano il selciato. passi veloci e decisi. tesi a minimizzare la quantità di tempo e calore perso. o forse la quantità di rapporti umani non troppo piacevoli in questo deserto gelido. anche io cammino, senza fretta. il mio alito forma nuvolette bianche che svaniscono subito. i miei occhi guardano curiose le insegne e gli addobbi natalizi. tutta la via è decorata con enormi fiocchi di neve luminescenti, sospesi a mezz'aria, fermi, gelidi. il cielo grigio rosa sopra di me evita che io possa scorgere le stelle. la cappa di smog della città fa da cortina al cielo, che può dormire tranquillo lontano dagli occhi di centinaia di migliaia di persone. tutto ciò è triste, immensamente triste. le città inghiottono i loro abitanti in una boccia per pesci opaca. non si ha percezione del fuori.